Trovandomi a Torino per un corso di formazione sono riuscita
a sentire un concerto interessante al Teatro Vittoria. Masha Diatchenko al
violino e Massimo Spada al pianoforte si sono esibiti in una serata che ha
spaziato tra due secoli di musica. Hanno iniziato con un pezzo dall’andamento
delicato ma di grande espressione, la Sonata op.34. di D. Shostakovitch, per
poi saltare 100 anni prima con H. Wieniawski. Un pezzo energico, quello del
polacco, dal carattere molto movimentato e, per quello che ho potuto notare,
piuttosto complesso tecnicamente. Hanno proseguito, di nuovo a cavallo tra ‘800
e ‘900 con M. de Falla, danza spagnola che invece lascia allo spettatore un
perenne senso di sospensione. Un susseguirsi di dissonanze straniscono il
nostro orecchio.. lasciando una sensazione di inquietudine. Il quarto pezzo
invece è tutt’altro che triste, un motivo popolare e bellissimo in cui il
violino e il piano sono entrambi strumenti solisti: I. Stravinsky, canzone
russa. Gli ultimi due pezzi, decisamente romantici, di Saint Saëns e Caikovskij
hanno confermato la versatilità dei due concertisti.
Sono rimasta affascinata soprattutto da lei, la naturalezza
con cui toccava lo strumento anche in passaggi difficilissimi, e la precisa
intonazione, dettaglio banale ma non scontato. Solo alla fine del concerto ho letto
sul volantino che Masha Diatchenko, enfant prodige, oggi ha 19 anni e ha già
conquistato i pubblici dei teatri europei.
Sapete quanta gente c’era a sentire questo concerto? 18
persone. Lascio a voi una riflessione.
Un abbraccio m.
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