«Con nessun'altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico»
Direi che più incisiva e completa descrizione di questa meravigliosa
opera non esista: così il musicologo Julian Budden, autore di una
monumentale monografia dedicata al maestro di Roncole, parlò di Il trovatore. L'oltremodo apprezzato melodramma verdiano fa parte insieme a La Traviata e Rigoletto della cosiddetta Trilogia Popolare. Il libretto dell'opera fu tratto dal dramma di Antonio García Gutiérrez El trovador. Il librettista commissionato da Verdi stesso, Salvadore Cammarano, grande poeta napoletano, morì subito dopo aver terminato il libretto e il Maestro, per apportare alcune piccole modifiche ed aggiunte, si rivolse al pupillo di Cammaro, Leone Emanuele Bardare. Verdi dichiarò di aver
terminato l'opera il 14 dicembre del 1852. Andò in scena al Teatro Apollo il 19 gennaio 1853 con esito trionfale. Se vi interessasse qualche curiosità e qualche osservazione polemica sulla vita del maestro in questo periodo, vi consiglio di passare di qui, dal post della mia fantastica collega che mi ha preceduta di poco in una piccola introduzione :))
Ecco allora la trama:
I Parte: Il duello
II Parte: La Gitana
Ai piedi di un monte, in un accampamento di zingari (coro degli zingari: Vedi le fosche notturne spoglie), Azucena, madre di Manrico, racconta che molti anni prima vide morire sul rogo la madre accusata di stregoneria dal vecchio Conte di Luna (Stride la vampa). Per vendicarsi, rapì il figlio del Conte ancora in fasce e, accecata dalla disperazione, decise di gettarlo nel fuoco; per una tragica fatalità, tuttavia, confuse il proprio figlio col bambino che aveva rapito. Manrico capisce così di non essere il vero figlio di Azucena e le chiede di conoscere la propria identità, ma per Azucena l'unica cosa importante è che lei l'abbia sempre amato come un figlio, protetto e curato proprio come quando tornò all'accampamento ferito dopo il duello col Conte. Manrico confida alla madre di esser stato sul punto di uccidere il Conte, durante quel duello, ma di esser stato frenato da una voce proveniente dal cielo (Mal reggendo all'aspro assalto).
Nella scena successiva il Conte tenta di rapire Leonora che sta per ritirarsi al convento, ma Manrico sventa il rapimento e porta in salvo l'amata.
Parte III: Il figlio della zingara
Azucena è catturata da Ferrando e condotta dal Conte di Luna.
Costretta dalla tortura e dalle minacce, confessa di essere la madre di
Manrico. Il Conte di Luna esulta doppiamente per la cattura. Uccidendo
la zingara otterrà doppia vendetta: per il fratello ucciso e su Manrico
che gli ha rubato l'amore di Leonora.
Manrico e Leonora intanto stanno per sposarsi in segreto e si giurano
eterno amore. Ruiz sopraggiunge ad annunciare che Azucena è stata
catturata e di lì a poco sarà arsa viva come strega. Manrico si
precipita in soccorso della madre cantando la celebre cabaletta Di quella pira.
IV Parte: Il supplizio
Il tentativo di liberare Azucena fallisce e Manrico viene imprigionato nel palazzo dell'Aliaferia: madre e figlio saranno giustiziati all'alba. Nell'oscurità, Ruiz conduce Leonora alla torre dove Manrico è prigioniero (Timor di me?... D'amor sull'ali rosee). Leonora implora il Conte di lasciare libero Manrico: in cambio è disposta a diventare sua sposa (Mira, d'acerbe lagrime).
In realtà non ha alcuna intenzione di farlo: ha già deciso che si
avvelenerà prima di concedersi. Il Conte accetta e Leonora chiede di
poter dare lei stessa a Manrico la notizia della liberazione. Ma prima
di entrare nella torre, beve, di nascosto, il veleno da un anello.
Intanto, Manrico e Azucena sono in attesa della loro esecuzione. Manrico
cerca di calmare la madre, terrorizzata (Ai nostri monti ritorneremo).
Alla fine, la donna si addormenta sfinita. Giunge Leonora ad annunciare
la libertà a Manrico e ad implorarlo di scappare. Ma quando egli scopre
che lei, la donna che ama, non lo seguirà, si rifiuta di fuggire. È
convinto che per ottenere la sua libertà Leonora l'abbia tradito, ma
lei, nell'agonia della morte, gli confessa di essersi avvelenata per
restargli fedele (Prima che d'altri vivere). Il Conte, entrato a
sua volta nella prigione, ascolta di nascosto la conversazione e capisce
d'esser stato ingannato da Leonora, che muore fra le braccia di
Manrico. Il Conte ordina di giustiziare il trovatore. Quando Azucena
rinviene, egli le indica Manrico morente, ma pur nella disperazione la
donna trova la forza di rivelare al Conte la tragica verità: «Egli era
tuo fratello» e mentre viene tratta a morte può finalmente gridare: «Sei
vendicata, o madre!».
I personaggi sono:
Il Conte di Luna (baritono)
Leonora (soprano)
Azucena (mezzosoprano)
Manrico (tenore)
Ferrando (basso profondo)
Ines (soprano)
Ruiz (tenore)
Vista la ricorrenza del secondo centenario della nascita di Verdi il teatro ero convintissima che il nostro teatro avrebbe messo in scena anche questa meravigliosa opera ed invece ho scoperto che sfortunatamente non sarà fatta! :( In compenso però potremo gustarci Rigoletto e La Traviata, uno a Marzo e una a Maggio. A presto, buona serata a tutti
Ginevra
I personaggi sono:
Il Conte di Luna (baritono)
Leonora (soprano)
Azucena (mezzosoprano)
Manrico (tenore)
Ferrando (basso profondo)
Ines (soprano)
Ruiz (tenore)
Vista la ricorrenza del secondo centenario della nascita di Verdi il teatro ero convintissima che il nostro teatro avrebbe messo in scena anche questa meravigliosa opera ed invece ho scoperto che sfortunatamente non sarà fatta! :( In compenso però potremo gustarci Rigoletto e La Traviata, uno a Marzo e una a Maggio. A presto, buona serata a tutti
Ginevra
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