Riscaldamento prima della Maratona?
Qualche curiosità e qualche osservazione polemica [?], in attesa della V tappa della nostra Maratona Verdiana con Trovatore!
1. Questioni biografiche
I momenti prima della composizione di Traviata coincidono con il periodo in cui Verdi vive con Giuseppina Strepponi. Vivono a Busseto dove le voci corrono e la gente parla molto. Infastiditi si trasferiscono per qualche tempo a Parigi.
Egli sosterrà sempre la rispettabilità della donna e il rispetto che egli stesso nutre e che lui esige che gli altri abbiano per lei. Ora, questo non deve essere considerato un semplice pettegolezzo sulla vita del compositore, ma una delle tante sfaccettature della sua biografia che ci sono utili per un'analisi delle sue opere e del suo essere.
Dalle sue parole - contenute in alcune lettere - emerge la sua posizione di uomo libero - assolutamente libero, dichiaratamente libero - dalla mentalità aperta ed il pensiero laico [affermazione discutibile, non me ne vogliate]. Lui non si è mai nascosto, anzi ha fatto di un fatto personale un "evento" pubblico che servisse, forse, anche da esempio: ha deciso di vivere la sua relazione "alla luce del sole", nelle sue piene facoltà [wikipedia direbbe: "senza fonte"], rispettando della Strepponi la sessualità - il suo essere donna -, la rispettabilità [cacofonia portami via...], l'intelligenza ed il pensiero, nonché se stesso. Non c'è neppure da chiedersi perché gli premesse tanto comporre e mettere in scena quest'opera - che aveva già fatto successo con il romanzo del Dumas e scalpore con la messa in scena teatrale dello stesso - a costo di riadattarla per il bigotto pubblico italiano dell'epoca [ ? ahaha!] e doverla, dunque, allontanare dalla sua contemporaneità, ambientandola nella Parigi settecentesca.
2. Tre, quattro voci??
Si parla e si discerne moltissimo in proposito a quante voci debba avere questa povera cantante nell'interpretare il ruolo di Violetta, ma la verità [??] è che, di fatto, non si può decidere di quali qualità prestabilite debba essere fornita la protagonista e comunque anche fosse, questa scelta non potrà essere mantenuta, in quanto tutte le voci sono diverse.
Senza addentrarci in un territorio "tanto" pericoloso, a parer mio, posso dirvi che il "personaggio di Violetta" [badate: personaggio] non possa avere un voce particolare, ma neanche due o tre o ventisei o mille. La voce di Traviata è data dalle infinite sfumature della voce stessa della cantante, o meglio dell'artista, che ne interpreterà il ruolo.
Infine, e la faccio breve come vedete, non si può ridurre il discorso a "quantità di voci".
Violetta è un personaggio e proprio per questo vive delle interpretazioni [sempre nuove mi auguro] che le artiste sapranno offrirle e ve ne saranno migliaia adatte e tutte differenti.
Dunque smettiamola di disquisire tanto sulla quantità di voci di Violetta o di quale maledetta categoria [detesto questi inscatolamenti - la voce, lo strumento più cangiante al mondo, inscatolato! E' una barbarie!] di soprano sia più adatta al canto di questa difficile parte: rilassiamoci e cerchiamo di gustarci questa meravigliosa opera, lasciando da parte le critiche a proposito di voce, intonazione, interpretazione, ecc.. [anche se qui c'è da fare una postilla, intendendo che: la critica formativa ha un suo valore, ma che poi, a teatro, vada tutto in qualche modo abbandonato, o meglio.. non vada pensato direttamente: rimarrà nella nostra persona e neppure ci renderemo conto che ci sia, facendoci apprezzare o meno ciò a cui assisteremo].
3. Riflessione finale
Buona giornata e a presto con il Trovatore.
Giorgia
Nota all'immagine:
Il Teatro alla Moda di Benedetto Marcello descriveva ironicamente il malcostume del teatro settecentesco.
Dei molti scritti letterari di Benedetto Marcello, occupa un posto importante nella letteratura satirica settecentesca. Uscì anonimo a Venezia ma nessuno dubitò del suo autore, e già nel 1721 Apostolo Zeno in una lettera da Vienna ne faceva esplicita menzione come di cosa risaputa. Il successo della satira fu pieno ed immediato e Marcello, mettendo in berlina il malcostume e le incongruenze che imperavano nel mondo teatrale dell’Opera lirica, poneva nelle mani dei riformisti dell’opera una buona polemica.
Al titolo segue, nelle prime edizioni, una vignetta allusiva al testo, raffigurante una peatta (barca da trasporto veneziana) carica di legna, di un barile di vino e di alcuni sacchi gonfi, sui quali, a prua, troneggia un orso imperruccato, in piedi, ed a poppa un gentiluomo conduce ai remi la barca; sul timone un angiolotto con un cappello a falde danza suonando il violino; in calce alla vignetta seguono le parole: Stampato ne’ BORGHI di BELISANIA per ALDIVIVA LICANTE, all’insegna dell’ORSO in PEATA. Si vende nella STRADA del CORALLO alla PORTA del PALAZZO d’ORLANDO. Etc.
Per pura casualità capitò nelle mani del maestro Malipiero a Venezia un vecchio esemplare del libro sul quale egli trovò manoscritta la spiegazione di tutti quegli enigmi: BORGHI, era Caterina Borghi, cantante bolognese. BELISANIA, Cecilia Belisani, bolognese, che nelle cronache del Wiel appare nel 1722 con l’aggiunta del cognome Buina e nel ’32 è menzionata serva del principe d’Assia. ALDIVIVA è l’anagramma di Antonio Vivaldi; LICANTE è la cantante bolognese Caterina Tersea Cantelli; Orso si riferisce all’impresario Orsatto; STRADA fu Anna Maria Strada, cantante del Duca di Colloredo, governatore di Milano; CORALLO il soprannome di Antonia Laurenti, virtuosa (cantante) del re di Polonia. PORTA Giovanni Porta operista (1690-1755ca,); PALAZZO , è il poeta Giovanni Palazzi che fornì libretti dal 1718 al 1749; ORLANDO è Giuseppe Maria Orlandini (1688-1750 ca.) che diede opere in Venezia dal 1718 al 1750. Questi erano i bersagli certi della satira di Benedetto Marcello.
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