mercoledì 6 marzo 2013

Rigoletto - Maratona Verdi 2013 - VII



Come non parlare di Rigoletto quando proprio nel nostro teatro genovese è in scena?


Bene, con questo post concludo, o almeno ci provo, il discorso iniziato e portato avanti dalla mia meravigliosa collega sulla trilogia popolare verdiana

Anche Rigoletto è un'opera scritta in collaborazione del librettista Francesco Maria Piave sul dramma Le Roi s'amuse di Victor Hugo, ebbe un immediato successo sia per le tematiche e l’abilità narrativa dello scrittore, sia per l’espressiva creatività del compositore. La storia, infatti, come saprete è incentrata sulla drammatica e originale sorte di un buffone corte, Rigoletto ed è un vero e proprio un dramma di passione, vendetta, tradimento, amore ed amore filiale che offre una combinazione perfetta di ricchezza melodica e potenza drammatica mettendo al contempo in evidenza le tensioni sociali e politiche dell'epoca, facendo trasparire la condizione femminile. 
Anno di grande produttività per il Maestro, nel 1850, egli è impegnato a comporre Stiffelio per il Teatro triestino e al contempo deve assolvere anche ai suoi doveri contrattuali con la Fenice. Comunica, perciò, a Piave l' intenzione di musicare un soggetto particolare, con personaggi che avevano già destato scandalo a Parigi. Dopo qualche difficoltà con la censura l'opera viene rappresentata. 
Prima si tenne al Teatro La Fenice di Venezia l'11 marzo 1851.


Le curiosità: 
Il dramma di Hugo fu nel 1832 oggetto di censura e venne riproposto soltanto 50 anni dopo la prima, simil sorte tocco anche a Verdi, il quale però arrivò al compromesso con gli Austriaci inserendo l'azione nella corte di Mantova e trasformando quello che per Hugo era il re Francese Francesco I in Duca della Corte mantovana. 

Il nome Rigoletto deriva dal francese rigoler ovvero ridere, il protagonista infatti si chiamava Triboulet. 
Il titolo invece doveva essere La Maledizione, forse anche a causa della pressante censura che assalì l'opera. 

L'aria "La donna è mobile" è talmente orecchiabile che Verdi - forse un po’ geloso - obbligò il tenore a non intonarla in pubblico fino alla prima rappresentazione.

La prima fu un grande successo. I cantanti furono Teresa Brambilla in Gilda, Felice Varesi come Rigoletto e Raffaele Mirate fu il Duca.


Drammatis Personae 
Il Duca di Mantova - tenore
Rigoletto, suo buffone di Corte - baritono
Gilda, figlia di Rigoletto - soprano
Sparafucile, sicario - basso
Maddalena, sorella di Sparafucile - contralto
Giovanna, custode di Gilda - mezzosoprano
Il Conte di Monterone - baritono
Marullo, cavaliere - baritono
Matteo Borsa, cortigiano - tenore
Il conte di Ceprano - basso
La contessa di Ceprano - mezzosoprano
Un usciere di corte - basso
Un paggio della Duchessa - soprano
Cavalieri, dame, paggi, alabardieri

Collocazione: Cinquecento; in Mantova
Durata dell'opera: circa 2 ore e 5 minuti.

La trama
(Atto I) 
Al Palazzo Ducale di Mantova, durante una festa, il Duca discorre con il fido Borsa su una fanciulla (Gilda) che egli vede sempre all'uscita della chiesa (Della mia bella incognita borghese). Borsa lo distrae mostrandogli le beltà delle dame presenti. Dopo aver dichiarato il suo spirito libertino in una canzone (Questa o quella per me pari sono), il Duca corteggia la Contessa di Ceprano, provocando la rabbia del marito, che viene schernito da Rigoletto, il buffone di corte. Intanto, in disparte, il cortigiano Marullo racconta ai suoi amici che Rigoletto, sebbene gobbo e deforme, avrebbe un'amante. In realtà la giovane, creduta erroneamente sua amante, non è altro che la figlia Gilda. 

Improvvisamente appare il Conte di Monterone, vecchio nemico del Duca, che lo accusa pubblicamente di avergli sedotto la figlia. Rigoletto lo irride (Voi congiuraste contro noi, signore) e Monterone maledice lui e il Duca. Il Duca ordina di arrestare il Conte, mentre Rigoletto, spaventato per le parole di Monterone, fugge, m

entre è sulla strada di casa il buffone viene avvicinato da Sparafucile, un sicario prezzolato, che gli offre i suoi servigi. Rigoletto lo allontana. Quindi, giunto sulla soglia di casa, ripensa alla sua vita infelice da buffone e alla maledizione di Monterone, che lo ha profondamente turbato (Quel vecchio maledivami). 

Tornato a casa, riabbraccia Gilda e raccomanda alla cameriera Giovanna di vegliare su di lei (Veglia, o donna, questo fiore); ma il Duca si è già introdotto nella casa e osserva di nascosto la scena. Poco dopo Rigoletto se ne va e Gilda viene avvicinata dal Duca, che le dichiara il suo amore, spacciandosi per uno studente povero, Gualtier Maldè. Andatosene anche il Duca, Gilda canta il suo amore per lui (Gualtier Maldé... Caro nome...). 
Nelle vicinanze, Marullo sta organizzando con un gruppo di cortigiani il rapimento di quella che crede essere l'amante di Rigoletto (Zitti, zitti, moviamo a vendetta) e si fa aiutare dallo stesso inconsapevole buffone che, bendato, gli tiene ferma la scala d'accesso alla terrazza. Solo quando tutti sono partiti, egli capisce la verità.

(Atto II) 
All'oscuro di tutto, il Duca di Mantova, tornato a cercare Gilda, si dispera per il suo rapimento. Quando i cortigiani lo informano di aver rapito l'amante di Rigoletto, egli comprende cosa è successo e si fa portare Gilda in camera (Possente amor mi chiama).

Entra Rigoletto che, fingendo indifferenza (La rà, la rà), cerca la figlia, deriso dal crocchio di cortigiani. Quando capisce che Gilda si trova nella camera del Duca, sfoga la sua ira imprecando contro i nobili, che però gli impediscono di raggiungere la stanza (Cortigiani, vil razza dannata). Esce Gilda e finalmente rivela al padre come ha conosciuto il giovane di cui ignorava la vera identità (Tutte le feste al tempio). Per vendicare la figlia disonorata, Rigoletto medita una terribile vendetta.

Passa frattanto Monterone, che sta per essere condotto al supplizio. Il vecchio nobile si ferma e osserva il Duca ritratto in un quadro, constatando amaramente che la sua maledizione è stata vana. Quindi esce. Udite le sue parole, Rigoletto replica che la vendetta invece arriverà (Sì, vendetta, tremenda vendetta!). Egli ha già deciso di rivolgersi al sicario Sparafucile per chiedergli di uccidere il Duca.

(Atto III) 
Rigoletto ha deciso di far toccare con mano alla figlia chi sia veramente l'uomo che ella continua, nonostante tutto, ad amare. La conduce perciò alla locanda di Sparafucile, nella periferia di Mantova, dove si trova il Duca, adescato dalla sorella del sicario, Maddalena. Gilda ha così modo di vedere di nascosto il Duca, mentre questi canta un elogio all'amore libertino (La donna è mobile). 

Mentre all'esterno si avvicina un temporale, il Duca amoreggia con Maddalena (Bella figlia dell'amore), quindi va a riposare al piano superiore. Rigoletto dà ordine alla figlia di tornare a casa e di partire immediatamente alla volta di Verona, travestita da uomo per la sua incolumità; dopo aver preso accordi con Sparafucile, si allontana anch'egli dalla locanda. Ma Gilda, già in abiti maschili, torna presso la locanda e ascolta il drammatico dialogo che vi si svolge. Maddalena infatti, invaghitasi anch'essa del Duca, supplica il fratello affinché lo risparmi e uccida al suo posto il mandante del delitto, Rigoletto, non appena giungerà con il denaro. Sparafucile non ne vuole sapere, ma alla fine accetta un compromesso: aspetterà la mezzanotte (Se pria che abbia il mezzo la notte toccato) e ucciderà il primo uomo che entrerà nell'osteria. Gilda decide immediatamente di sacrificarsi per il Duca: fingendosi un mendicante, ella bussa alla porta della locanda e viene pugnalata a sangue freddo dal sicario. 

Sparafucile consegna il corpo in un sacco a Rigoletto, che è soddisfatto di aver portato a compimento la vendetta. Tuttavia, quando ode in lontananza la voce del Duca che canticchia La donna è mobile, sconvolto e raggelato, si chiede di chi sia allora il corpo nel sacco. Lo apre e vede Gilda in fin di vita, che in un ultimo anelito chiede perdono al padre e muore tra le sue braccia. Rigoletto, disperato, si rende conto che la maledizione del vecchio Monterone si è avverata (Ah la maledizione!).
(trama riportata dal web) 

La musica che accompagna il Duca si dispiega della vivacità iniziale sino al rimpianto per il suo amore perduto, attraverso il romantico fervore del corteggiamento a Gilda ed il magnifico quartetto. 
Rigoletto invece è un meraviglioso esempio della volontà - quasi ossessione..- verdiana di voler assegnare alla voce baritonale il ruolo protagonista. Usa per lui un registro molto acuto, rispetto a quello di rossiniano o donizettiano per esempio e rispetto a molte altre sue opere. 
Estensioni minori hanno invece gli altri ruoli, benché le parti siano molto ricche musicalmente. Tutti sono descritti magnificamente. Maddalena si presenta in poche battute, Gilda è caratterizzata in ogni piccolo cambiamento di stato d'animo, Monterone pur avendo un ruolo breve ha importanza fondamentale e Sparafucile non è un semplice furfante.
Si riscontra già qui la volontà di teatro insita nel pensiero verdiano. 

Organico
ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti
4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, cimbasso
timpani, grancassa, piatti
archi
sul palco: violini I e II, viole, contrabbassi
dietro la scena: banda, grancassa, 2 campane, macchina del tuono

Discografia
Vi consiglio di ascoltare la versione del mitico Nucci il quale ha fatto del buffone un gran personaggio. 

1955 Tito Gobbi, Maria Callas, Giuseppe Di Stefano, Nicola Zaccaria, Adriana Lazzarini Tullio Serafin EMI
1960 Ettore Bastianini, Renata Scotto, Alfredo Kraus, Ivo Vinco, Fiorenza Cossotto Gianandrea Gavazzeni Dischi Ricordi
1961 Cornell MacNeil, Renato Cioni, Joan Sutherland, Cesare Siepi, Stefania Malagù Nino Sanzogno Decca
1963 Robert Merrill, Anna Moffo, Alfredo Kraus, Ezio Flagello, Rosalind Elias Georg Solti RCA
1964 Dietrich Fischer-Dieskau, Renata Scotto, Carlo Bergonzi, Ivo Vinco, Fiorenza Cossotto Rafael Kubelik Deutsche Grammophon
1967 Cornell MacNeil, Reri Grist, Nicolai Gedda, Agostino Ferrin, Anna di Stasio Francesco Molinari-Pradelli EMI
1971 Sherrill Milnes, Joan Sutherland, Luciano Pavarotti, Martti Talvela, Huguette Tourangeau Richard Bonynge Decca
1978 Sherrill Milnes, Beverly Sills, Alfredo Kraus, Samuel Ramey, Mignon Dunn Julius Rudel EMI
1979 Piero Cappuccilli, Ileana Cotrubaş, Plácido Domingo, Nicolaj Ghiaurov, Elena Obraztsova Carlo Maria Giulini Deutsche Grammophon
1984 Renato Bruson, Edita Gruberova, Neil Shicoff, Robert Lloyd, Brigitte Fassbänder Giuseppe Sinopoli Philips
1988 Giorgio Zancanaro, Vincenzo la Scola, Daniela Dessì, Paata Burchuladze, Martha Senn Riccardo Muti EMI
1989 Leo Nucci, June Anderson, Luciano Pavarotti, Nicolaj Ghiaurov, Alzbeta Michalkova Alexander Rahbari NAXOS
1994 Eduard Tumagian, Alida Ferrarini, Yordy Ramiro, Jozef Spacek, Shirley Verrett Riccardo Chailly Decca
2006 Valentino Salvini, Roberta Pozzer, Vincenzo Bello, Enrico Iori Sebastiano Rolli Azzali
2010 Placido Domingo, Julia Novikova, Vittorio Grigolo, Ruggero Raimondi, Nino Surguladze Zubin Mehta Rai



Documenti
Spartito, partitura, parti qui.
Qui invece libretto web e pdf
Qui trovate alcune arie interpretate da diversi cantanti.






Cinema
Da poco è uscito dalle sale italiane il film Quartet di cui vi avevo già parlato, che incentra la trama sul famoso Quartetto dell'opera in esame. Ribadisco: divertente ma non esaltante, un po' pieno di luoghi comuni.


Analogie
Alard, Jean Delphin - Fantasy on Rigoletto - Op.46
Goria, Alexandre Édouard - Rigoletto - Op.94 
Godowsky, Leopold - Rigoletto Suite No.1
Liszt, Franz - Paraphrase de concert sur Rigoletto - S.434
Smith, Sydney - Fantaisie Brillante on 'Rigoletto' - Op.122 

Allestimento (2013) al Carlo Felice



                       



A presto!
Giorgia

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia il tuo commento! :)

Print Friendly Version of this pagePrint Get a PDF version of this webpagePDF