giovedì 31 gennaio 2013

Oberto - Maratona Verdi 2013 - II

"La prima opera"

L’Oberto, Conte di San Bonifacio è la prima opera documentata di Verdi.
Il dramma è suddiviso in due atti ed il libretto è da attribuirsi a Temistocle Solera. Budden crede che il libretto sia anche frutto di adattamenti di un probabile lavoro precedente di Verdi chiamato Rocester (o Lord Hamilton) il cui libretto fu scritto da Antonio Piazza, ma del quale non si ha traccia.
La prima si tenne al Teatro alla Scala di Milano il 17 novembre del 1839, quando il compositore aveva 26 anni. La scena è ambientata a Bassano, in Italia dunque, nel 1228. L’opera venne scritta dal compositore nell’arco di quattro anni. Grazie a questa, Merelli – impresario della Scala –  gliene commissionò altre.

Ecco i personaggi:

Cuniza, sorella di Ezzellino daRomano – contralto
Riccardo, Conte di Salinguerra –tenore
Oberto, Conte di San Bonifacio –basso
Leonora, sua figlia – soprano
Imelda, confidente – mezzosoprano
Cavalieri, nobildonne, vassalli

[durata dell’opera circa 2 ore e 20 min ]

Cominciamo come al solito con un inquadramento dato dalla trama dell’opera in esame, ve ne darò una versione breve e concisa, liberamente tratta e rimodellata dal Dizionario di Kobbè.

Siamo nella campagna, come precedentemente detto, di Bassano nei pressi di Padova, grande festa per le prossime nozze che vedranno in sposi Cuniza e Riccardo, quest’ultimo gioioso ed ambizioso. Dal lato opposto ecco Leonora sedotta da Riccardo e figlia del conte Oberto il quale, precedentemente sconfitto dal fratello di Cuniza, è costretto all’esilio in Mantova. Nella dimora di Ezzellino, Cuniza viene a conoscenza della promessa del Conte di Salinguerra da Imelda e Leonora e si dichiara disposta all’annullamento delle nozze e chiama tutti perché assistano. La donna inveisce contro Riccardo mentre quest’ultimo accusa Leonora di spergiuro. Il vecchio Conte Oberto,  adirato, sfida a duello Riccardo il quale però è impietosito per l’anzianità dello sfidante. Sull’eccitazione generale cala ilsipario (fine I atto).
(Atto II) Sotto l’insistenza di Cuniza il Conte di Salinguerra finge diaccettare il matrimonio, e accetta sottovoce il duello dove ucciderà il padredi Leonora, che l’ha provocato ed ha insultato la sua stirpe “vili d’armi, adonne eroi”. Ravvedendosi dopo l’assassinio, chiede sconvolto perdono al cieloe fugge. Leonora ha assistito all’omicidio ed è sconvolta, cade esanime tra lebraccia delle dame mentre legge la lettera lasciatagli dal Conte Riccardo chechiede perdono ed amore e le lascia tutti i suoi averi. Leonora finirà in una squallidacella d’un convento quasi in preda alla pazzia.  

La partitura si dice comunemente non degna di nota, fattaeccezione per i duetti padre-figlia dell’attoI e non avendo mai avuto il piacere di tenerne una in mano non posso né confutarequesta affermazione, né accoglierla, dandovi per buona quella che leggo dai documenti che utilizzo. Il dramma fu ripreso nel 1951 alla Scala, per il 50°anniversario della morte e confermò che si tratti di un’opera giovanile testimoniante il fiorire di un talento e non di un sottovalutato capolavoro.

Curiosità: Busseto era la città ove il compositore vive per un certo periodo ricoprendo l’incarico di maestro di musica e partecipando a varie accademie. È anche il luogo dove vede morire la primogenita e nascere un figlio, sentendosi nel grigiore della cittadina,insoddisfatto e sfortunato. Nel ’39 si traferirà a Milano, fuggendo dall’infelice residenza padovana, grazie a un prestito del suocero. L’astuto impresario si accaparrerà qui un buon affare facendo firmare a Verdi un contratto della durata di due anni per il quale egli dovrà comporre tre opere all’anno da rappresentarsi o nella capitale o a Vienna.

Libretto
Edita in Italia da Ricordi, scaricabile in versione canto e piano qui.
File audio dell’opera edizione Bolognese del 1977. 

Discografia:

Alfredo Simonetto
Giuseppe Modesti; Maria Vitale; Elena Nicolai; Gino Bonelli
Rai Torino
Rai Torino
Gala
1951


Zoltan Pesko
Viórica Cortez, Umberto Grilli, Simón Estes, Ángeles Gulín.
Teatro Comunale de Bologna
Teatro Comunale de Bologna
CETRA ITALIA ITL (70001)
1977


Lamberto Gardelli
Rolando Panerai; Ghena Dimitrova; Ruza Baldani; Carlo Bergonzi
Chorus of Bavarian Radio
Bavarian Radio Symphony Orchestra,
Orpheus
1989


Sir Neville Marriner,
Samuel Ramey; Maria Guleghina; Violetta Urmana; Stuart Neil
London Voices
Academy of St. Martin in the Fields
Philips Classics
1997


domenica 27 gennaio 2013

Il Carlo Felice stupisce con il suo Macbeth!



Dunque, il Macbeth è la decima opera composta da Verdi, opera che è stata riveduta e cambiata molto nel 1865 dal maestro, caratteristica che la porta ad essere considerata un’opera sia “matura” che “giovanile” : tutta la difficoltà dell'interpretazione di questo capolavoro verte all'interno del rapporto tra parola e suono. Il Macbeth è infatti il perfetto connubio tra teatro e musica: non solo vanta una musica estremamente carismatica e piena di espressività propria del suo grande compositore, ma possiede anche una profonda materia teatrale, impregnata di drammaticità, derivata direttamente dall'origine della storia, ovvero la tragedia Shakesperiana. Difatti oramai all'orchestra non è più affidato "solo" - se così si può dire - il compito di accompagnare e seguire la scena, ma è portatrice del discorso ed acquista una voce propria, partecipando attivamente al canto ed all'azione. Ma se vi interessa la trama ed un’analisi generale cliccate qui.

Cominciamo!



La scena che si apre avanti a noiè veramente curiosa, anche se, con il proseguire dell’opera si fa menointeressante, infatti si presentano sempre le proiezioni - peraltro, oseremodire, talvolta pacchiane... - e i teli, che se pur disposti in maniera differentee con proiettate immagini diverse, sempre loro sono. Le idee, quindi,funzionano, ma lasciateci dire che talvolta non siano rese al meglio: peresempio, la fronda di un alberello smuntoin controluce che avanza, al passo con “laforesta di Birnam si muove!” - con tanto di musica potente e drammatica -non è molto efficace, anzi, ci fa abbozzare un riso; cosa dire poi, della“corona che ruota” la quale ricorda il “jackpot di una slot machine di uncasinò”. In fin dei conti risulta un po’ povera.


Se la scenografia non convince fino in fondo, la regia, per certi versi, lo fa ancora meno. Devo dire che su questopunto noi autrici abbiamo opinioni contrastanti: tutte e due crediamo, infatti,che i tempi e gli intervalli siano stati troppi, ma se da un lato una pensa chequesti abbiano fatto apprezzare, gustare e riflettere meglio sull’opera,l’altra crede che siano stati troppi, inutili e che abbiano interrotto esvilito la scena, la continuità musicale e del discorso. Si sarebbe preferitoun piccolo intervallo ogni atto piuttosto che questo aprir e chiudere ilsipario continuo e fuori luogo.

Si sa che la messa in scena del Macbeth nonè cosa facile. Pensando alle precedenti possiamo affermare che se quella diPoutney per Zurigo (2001) fupraticamente perfetta e quella di Vick perLa Scala terribilmente contestata, questa si lochi in mezzo alle due e tendendo a quella inglese.
La regia dal punto di vistascenico è apprezzabile, i cantantisi muovono abbastanza naturalmente per il palco, talvolta vediamo mani volanti e braccia scoordinate durante l’esecuzione di passi particolarmentecomplessi, ma non ne facciamo un cruccio. Abbiamo apprezzato le molte entratedal “fondo” del palco - segno anchedi una buona disponibilità di cantanti e direttore – che rendono la scena moltopiù viva e arricchiscono, anche se non si direbbe, il suono.

La scelta di inserire le streghe sempre in palcoscenico (i mimisono stati davvero bravi e le coreografie perfette) fa discutere, anche se nel contesto ci pare un buon compromesso, ed anzi, le troviamo stupefacenti quando si trovano intornoa Banco nel momento in cui quest’ultimo appare a Macbeth nella scena del banchetto - resa davveroegregiamente! [ malgrado qualche dubbio per la mezza tavola mezza  apparecchiata!] 
I costumi di scena, ripropostianche qui dalla Cecchi sono proprio stupendi!
Tra i colpi di scena c’è anche lalettura della lettera creata conl’utilizzo di una registrazione chefa intersecare le voci della Lady e di Macbeth come una ad eco dell’altr(o)a,trovata che ci piace, anche perché spiazzaun poco. Comunque sia, come dice Mattioli, Macbeth è un'opera che si fa adorare, anche - diciamo noi -, per le sue imperfezioni.
Vi parlavamo di “sorprese” e “conferme” ed ecco dunque, nella prima categoria Battistoni, Guleghina e Pelizzari, nella seconda Scandiuzzi.



Lady Macbeth, Maria Guleghina, dà prova di bravura nel canto legatissimo e benfraseggiato e nell’adeguata presenzascenica: bravissima cantante. La sorpresasta nella voce, squillante, timbratissima,proiettata e piena di sfumature e nel fatto che scopriamo che la donna davanti chepar avere 30/35 anni ne ha, in realtà, una ventina di più! Freschezza vocale invidiabile. Pecca un poco nelle agilità, un po’un minestrone in certi punti, ma non ci facciamo neppure caso perché tutto funziona a meraviglia. Acutilimpidi e sonori, pronunciaadeguata e interpretazione davveroapprezzabile.

George Gagnidze è un discreto Macbeth, adeguatel’interpretazione e la pronuncia. Rende il suo complesso personaggiodiscretamente anche se non è del tutto convincente sia scenicamente chevocalmente.


Bancola fetta di onestà”dell’opera (come dice, per l’appunto, l’interprete) è Roberto Scandiuzzi, che conferma ancora una volta di essere un basso di prima categoria, eccellente nel canto - dal legato e fraseggio stupendi - come nella recitazione. Il personaggio vieneda lui ben delineato e, a dispetto di chi preferisce assegnare a cantanti poco dotati - e non, “poco famosi”-  le parti “che cantano meno”, ecco che qui trova la conferma che, se il ruolo èassegnato a un cantante-attore capace, tutta la produzione rende meglio. Questoè anche il caso della sorpresa piùesaltante, a parer nostro, della serata: RubensPelizzari, un Macduff di tutto rispetto!. Vocefascinosa dal timbro bellissimo, puntata, con facilità negli acuti, è davvero ammirevole, ha bella presenza scenica e ottima pronuncia.
Il Malcom di Vincenzo Costanzo non ci intriga particolarmente, ma funziona siascenicamente che vocalmente, anche se alla sua voce manca un po’ di corpo e proiezione.
Sara Cappellini Maggiore eFrancesco Verna portano bene a termine il loro compito.
Le comparse del Coro di Voci Bianche, guidate dal M° Tanasini, funzionano - noi eravamo inquinta fila e le sentivamo abbastanza, non ho idea di come potesse essere piùlontano.
Valerio Petouchoff ci inteneriscee rende bene, senza timidezza, il figlio di Banco – bravo!
Il coro è omogeneo ed intenso. Lavora bene anche scenicamente.Apprezziamo che il direttore abbia scelto solo alcune frasi da “truccare”vocalmente per le streghe.

Per quanto riguarda invece l'orchestra, abbiamotrovato di sicuro un'altra "conferma" : a nostro parere infatti l'orchestradel Carlo Felice è composta da eccellenti strumentisti e grandimusicisti, specialmente, secondo noi, la sezione dei fiati. In ogni caso tuttele voci soliste sono state impeccabili e nell'insieme l'orchestra è stata moltoaffiatata con i cantanti. 
Ad incantarci con la sua affascinante presenza scenicae con i suoi movimenti così sicuri e coinvolgenti, pur essendo così giovane,c'è stato Andrea Battistoni, classe 1987 (?), che ha saputo nonsolo dirigere magnificamente l'orchestra in tutte le varie tinte dell'opera, maha anche saputo tenere e seguire perfettamente i cantanti (riprendendo talvoltaalcuni piccoli errori dei cantanti sulla scena). è stato dunque un perfetto"ago della bilancia" punto di incontro tra orchestra e voci. Insomma,il giovine maestro non solo è stata una "sorpresa" assai gradita, maanche una vera e propria rivelazione! Speriamo davvero che possa tornare prestoa deliziarci ancora con la sua visione della musica, che ci ha propriosoddisfatte.



In fin dei conti un bell’allestimento ripetuto a Genova consuccesso, malgrado la freddezza del pubblico genovese chenon degna neppure Banco e Macbeth del meritato applauso nel duetto iniziale.

Finalmente - e questo è un parereche viene urlato a gran voce da tutti coloro che hanno assistito alle recite -  il Carlo Felice ha offerto una produzione senza intoppi ed ansiedel tipo “ ce la farà?” “ che note canta?” o “ma il tenore c’è??” –anzi di ottima qualità.

Ginevra & Giorgia

Ecco 

Direttore d'Orchestra
Andrea Battistoni
Regia e Luci
Henning Brockhaus
Assistente alla regia
Valentina Escobar
Scene
Josef Svoboda
Ricostruzione allestimento scenico
Benito Leonori
Costumi
Nanà Cecchi
Coreografia
Maria Cristina Madau
Allestimento in coproduzione con
Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste e Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Orchestra e Coro
Teatro Carlo Felice
Maestro
Patrizia Priarone
Maestro del Coro di voci bianche
Gino Tanasini
PERSONAGGI
INTERPRETI
Macbeth
George Gagnidze
Banco
Roberto Scandiuzzi
Lady Macbeth
Maria Guleghina
Dama di Lady Macbeth
Sara Cappellini Maggiore
Macduff
Rubens Pelizzari
Malcom
Vincenzo Costanzo
Medico
Francesco Verna
Domestico di Macbeth
Francesco Sorichetti
Sicario
Alessandro Pastorino
Araldo
Alessio Bianchini
Prima Apparizione
Filippo Balestra
Seconda Apparizione
Elena Caruso/Elisa Priano (dal Coro di Voci bianche del Teatro Carlo Felice)
Terza Apparizione
Filippo Bogdanovic/Umberto Musso (dal Coro di Voci bianche del Teatro Carlo Felice)
Fleanzio
Valerio Petouchoff
Mimi
Streghe: Luisa Baldinetti/Emanuela Bonora/Lucia Fusina/Maria Francesca Guerra/Barbara Innocenti/Claudia Ossola/Davide Riminucci - Scozzesi: Luca Alberti/Filippo Bandiera/Matteo Bologna/Dario Greco/Andrea Valfrè



venerdì 25 gennaio 2013

E chi non può andare a Milano..

...stia pure a Genova!
Da lunedì, infatti, parte il progetto della Filarmonia dalla Scala che trasmette via satellite i propri concerti!
Si parte con una diretta con Harding per arrivare a McFerrin passando da Chailly e Pretre!
I concerti, alcuni in diretta altri registrati, saranno trasmetti dal cinema The Space (Porto Antico) alle 1945! I giorni li troverete man mano sul nostro calendario.
Il costo dei biglietti va dai 15€ ai 10€. Una buona occasione per gustare musica di qualità con ottimo un impianto stereo.
Ammettiamo che non abbia proprio lo stesso fascino, ma è pur sempre un'interessante iniziativa, che ormai coinvolge la maggior parte dei teatri italiani ed Esteri come, ad esempio, il Carlo Felice che offre in streaming opere e interviste. Per gli appassionati della musica che non possono per qualsivoglia ragione andare a teatro, il teatro entra a casa loro, o quasi!
Buona visione!


Giorgia

mercoledì 23 gennaio 2013

TRA I VIVI NON POSSO PIÙ STARE

TRA I VIVI NON POSSO PIÙ STARE

Da giovedì 24 gennaio a domenica 27 gennaio 2013 
al Teatro Cargo di Voltri, Piazza Odicini, 9 

Produzione di Teatro Cargo, Conservatorio Paganini, Accademia Ligustica di Belle Arti in collaborazione con: 

Teatro Stabile di Genova 
Centro Culturale Primo Levi 
Comunità Ebraica di Genova 
Goethe-Institut Genua 
Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura 


Un evento in cui si fondono musica, teatro e arti visive: lo spettatore è completamente immerso in un ambiente ostile e avvolgente, dove si rischia di perdere il controllo, farsi sopraffare dalle emozioni della memoria. Fuori da ogni retorica, questo evento affronta il tema dell’Olocausto con occhi contemporanei. 
Lo spettacolo è molto liberamente ispirato a L’istruttoria di Peter Weiss, un testo basato sui verbali del processo di Francoforte del 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del Lager di Auschwitz. 
Il Conservatorio è partner di una produzione molto articolata, ideata da Roberto Doati (docente di Musica Elettronica al “Paganini”) per la regia di Laura Sicignano. La realizzazione delle musiche dello spettacolo ha coinvolto le Scuole di Musica Elettronica, Composizione, Jazz, il Coro e il Noos Ensemble del Conservatorio. 


Per maggiori informazioni sullo spettacolo, orari e modalità d’ingresso: Teatro Cargo - www.teatrocargo.it




Macbeth verdiano al Carlo Felice - anteprima!?

Cari amici! Sono (in realta "siamo"!) appena giunta a casa dopo una stupenda ed appagante serata, ricca di piacevoli sorprese e gradite conferme. 
Mai come stasera, sono stata contenta di affermare che "il Carlo Felice è il teatro della mia città!" o qualcosa di simile.
Se vi posso anticipare che è stato un vero e proprio successo, non posso di certo svelarvi subito il perché! Lo farò presto spero, in quanto voglio essere precisa, cercando di non tralasciare nulla, per informarvi al meglio su quanto è accaduto e discutere un po' con la "new-entry" di questo blog (nonché affidabilissima e stimatissima amica) con cui ho avuto il piacere di gustare quest'opera e con la quale desidero lavorare per offrire voi una recensione quanto più completa e "a tutto tondo" (o "cubista" - se preferite)!
a presto,
Giorgia 


venerdì 18 gennaio 2013

Nuova uscita con La Stampa!

Vi avviso con piacere che da oggi con La Stampa usciranno 4 volumi su Verdi, al costo di 8,80€. 
Mi sembra un prezzo ragionevole, indi, ho deciso di acquistarle! Vi farò avere presto notizie a proposito!! 
Buona giornata a tutti!!

mercoledì 16 gennaio 2013

"Busoniane"


Le “Busoniane”ovvero piacevoli letture musicali.

Mi piace chiamarle Busoniane perché rievoca in me un qualcosa che sta tra il nome stesso dell’autore, l’operad’arte ed il carattere filosofico (dialogico – informativo) di essa.
Scritte da FerruccioBusoni, con tema la musica, queste piacevoli letture allietano i pomeriggie le nottate di molti musicisti (e non). Esse non sono vero e proprio materialedidattico, non insegnano, non forniscono informazioni completamente nuove,ma rendono il musicista conscio che le disquisizioni, i pensieri e le supposizioni che (probabilmente) fa rispetto ad uncerto tema sono condivisibili ed addirittura esatte o al contrario sono fuoridal pensiero collettivo musicale; il lettore non avvezzo a tale materia, invece, diventa consapevole di importanti caratteri fondamentali diessa, in un ottica più “filosofica”.Lettura scorrevole, interessantissima e con termini particolarmente semplici: è una goduria, dàsoddisfazione, incuriosisce e fa riflettere molto.

Le consiglio a chi vuole passare una piacevole serata incompagnia di riflessioni musicali, magari con un bel sottofondo, o a chi devestudiare e approfondire la materia da un’ottica più teorica.

[ Erano edite da IlSaggiatore in una raccolta “Losguardo lieto” – F. Busoni]

 Ad una mi sonoparticolarmente affezionata: “Che cosa ciha dato Beethoven”, la trovate qui

Giorgia 

martedì 15 gennaio 2013

Macbeth - "Maratona" Verdi 2013 - I

"L'amore per Shakespeare e le due edizioni"





[Prima rappresentazione al Teatro La Pergola – Firenze – 14 marzo 1847]

Il nostro progetto si apre con questa meravigliosa opera e, intanto, colgo l'occasione per anticiparvi che andrò presto ad assistere all'allestimento del Carlo Felice!

Cominciamo con il drammatis personae che è fondamentale e che, solitamente, "dice" già molto dell’opera:
Lady Macbeth [non a caso è la prima a comparire nell’elenco] – soprano
Macbeth, generale e suo marito – baritono
Banco, generale – basso
Macduff, nobil uomo scozzese – tenore
Duncan(o), Re di Scozia – mimo
Dama di Lady Macbeth – soprano o mezzo
Malcolm, figlio di Duncano – tenore
Fleanzio, figlio di Banco – mimo
Medico – basso
Streghe
Spiriti, Nobili, Guerrieri, Sicari


Melodramma in quattro atti, costruito con una stupenda e mirabile tensione drammatica, musica di Verdi (ovviamente) e libretto di Piave dal famoso Macbeth di Shakespeare. 
Scozia dell’anno 1040 (o successivi), il sipario si apre su un quadro di inquietudine.. anzi, ancor prima, la Sinfonia preannuncia tragedia. Sensazione mistica e macabra ci guida, sin dall'inizio nella trama dell’opera verdiana.

Una curiosità prima del plot: dopo la prima a Parigi (in un edizione un po’ rivista nel 1865) il compositore viene accusato di non conoscere il poeta inglese e reagisce così: “Non avrò forse interpretato bene Macbeth, ma che non conosca, non capisca, non senta Shakespeare, no, santo cielo, no! Egli è uno dei miei poeti amatissimi, mi ha avvinto sin dalla prima giovinezza, lo leggevo e lo rileggevo continuamente!”.


(Atto I) La scena si apre con un terzetto di Streghe, sopraggiunge Macbeth a cui viene profetizzato il futuro, quest’ultino duetterà con Banco a proposito della profezia. Nel suo castello Lady Macbeth legge la lettera a inviatale dal marito ove le viene descritto l’incontro con le streghe, indi recitativo ed aria, di una bellezza e di un valore drammatico possenti: “ Vieni, t’affretta…” [e puntualmente inizio a canticchiarla.. ahah!] e “Or tutti, sorgete, ministri infernali”. Senza riferimenti espliciti all’omicidio si apprende che Macbeth provvederà in tal senso, egli infatti, uccidendo Duncan(o), gli succederà al trono.Marcia per l’arrivo del Re e corteo. Soliloquio di Macbeth e duetto “Fatal mia donna! Un murmure, com’io, non t’intendesti?” [“di un gufo udii lo stridere. Testè che mai dicesti?” e canticchio anche questa.. è inevitabile!]. Lady Macbeth, per far ricadere la colpa sulle guardie, ricolloca il pugnale nella stanza del Re. Banco e Macduff giungono e, mentre Banco ripensa agli orribili eventi precedenti, Macduff va a chiamare il Re così il delitto viene scoperto. Tutti in scena per il finale [veramente splendido!].


(Atto II) Orchestra riprende i temi del primo atto. Macbeth in scena viene raggiunto da sua moglie. Decidono che Banco dovrà morire. Lady Macbeth è ambiziosa e determinata ciò viene testimoniato dalla imponente aria “La luce langue”). Scena di un bosco dove dei sicari, assoldati da Macbeth, attendono Banco, aria di quest’ultimo, concitato recitativo [da fare praticamente recitando, come senza musica] successivamente i sicari si avventano su di lui, ma nella foga suo figlio, Fleanzio, riesce a fuggire. Altro luogo, un banchetto, Lady Macbeth si rivolge con un brindisi sgraziato e temerario alla corte, Macbeth lamenta l’assenza di Banco e per poco, dopo essersi seduto al posto di quest’ultimo e aver visto il suo fantasma, non si tradisce negando qualsiasi possibile colpa. (Atto III) Ecco "ritornare" le streghe, le vediamo intorno ad un calderone, la suggestiva musica avvolge la scena macabra, dove Macbeth cade a terra, in affanno, con le streghe che gli danzano intorno.


Arriva Lady Macbeth e chiede al marito cosa abbia appreso dalle donne. Le viene riferita, dunque, la predizione che la stirpe di Banco avrà il trono di Scozia. Lei nega e coinvolge [e convince] a tal punto il marito da infondergli di nuovo coraggio. (Atto IV) Si apprende che le sorti del popolo scozzese sono davvero critiche. Scena del sonnambulismo della Lady (su tipico stile di “scena della pazzia”), stupenda e mirabile, davvero difficoltosa espressivamente e tecnicamente. Macbeth è furioso perché l’esercito inglese e quello scozzese, con l’aiuto di Malcolm, stanno marciando contro di lui. Solito equivoco, Macbeth "non potrà morire per mano di chiunque sia nato da una donna", ovviamente il nostro protagonista ignora che, proprio Macduff, sia stato strappato dal seno materno sin dalla nascita. Macbeth maledice tutte le azioni che l’anno portato a questo stato di paura, desolazione e solitudine e guida temerario le truppe alla guerra, dopo aver appreso della morte della moglie. Sconfitta del tiranno con coro generale a chiudere la scena.




[durata media dell’opera 2 ore e 45 min]


A dispetto di tutte le critiche del tempo - riguardanti soprattutto l'aderenza al dramma shakespeariano - Macbeth, rimane un capolavoro verdiano, che può riassumere il talento del compositore. Egli, infatti, vi fonde al meglio - almeno se pensiamo al primo periodo della sua attività compositiva - “il teatro, il patriottismo ed il personaggio” che tanto gli erano cari, ovvero, in altre parole, l’aspetto musicale con quello drammaturgico, quello - prettamente romantico - di sentimento nazionale e quello che riguarda la sfera psicologica/teatrale. 
La trama verdiana, in realtà, rispetta abbastanza l’idea shakespearina. Ricordiamoci, in proposito che, prima di tutto aleggiano nell'aria patriottismo ed idee di matrice romantica e, in secondo luogo, l’opera richiede una stilizzazione maggiore dei personaggi ed una grande chiarezza nel succedersi degli avvenimenti, basti pensare alla evidente differenza che si ricontra tra la Semiramide rossiniana e la Lucia di Lammermoor di Donizzetti o il Nabucco verdiano [non a caso ho paragonato tra loro soggetti storici]. 
Come in tutte le sue opere, Verdi, cerca il più possibile di caratterizzare drammaturgicamente i personaggi. Il Macbeth, rispetto al suo periodo di composizione, è un’opera completa e in cui i personaggi sono efficacemente definiti. 

Macbeth qui è “semplicemente” (?) un uomo dominato, che si presta alle volontà e alle ambizioni della moglie, lei, invece, è temeraria, piena di aspirazioni di potere, ambiziosa, risoluta, ma al contempo fragile [beh, in effetti l’omicidio non è proprio una cosetta da poco!]. Vi devo confessare che nello scrivere "marito" o "moglie" ho qualche riluttanza, perchè se penso a Macbeth e Lady Macbeth non vedo due persone sposate, ma a due figure indipendenti e distinte dove uno è succube dell’altra.
Durante il corso dell’opera, si intravede il punto di vista del compositore: il generale, probabilmente, è un uomo migliore rispetto alle azioni che compie. Dal susseguirsi dei fatti si evince, inoltre, che Macbeth è terrorizzato dal delitto che ha compiuto, è terrorizzato dalla moglie ed è terrorizzato dalle streghe, in pratica è un pauroso, uno smidollato. Sembra sballottolato, come in mezzo a una tempesta, pare si faccia portare dagli eventi, in particolare dal suo “destino”, che non sia autore delle proprie azioni e della propria vita. Da l’idea di essere vissuto più che di vivere. La figura della Lady, per contro, nel mio immaginario, è un'eroina, macabra, che sacrificherebbe qualunque cosa per il potere, vedo in lei anche un qualcosa di potente e misterioso, mi sembra una sorta di maga… queste, però, sono opinioni e suggestioni personali che derivano dall'ascolto e dall'immaginazione, accettabili come no e, sicuramente, discutibili!

Tra le tante curiosità, sappiate che si racconta che alla prima Lady ci vollero circa 150 prove perché Verdi fosse soddisfatto della resa del duetto iniziale con Macbeth e che, una cosa simile, successe anche per la scena del sonnambulismo: alla poverina ci vollero circa tre mesi per essere sicura sulla parte registica. L’aria del II atto (La luce langue), inoltre, è molto simile, per costruzione, a quella del Don Carlo (O don fatale) scritto dopo circa un anno dalla revisione in cui viene aggiunta quest’aria.

Tra la versione del 1847 (Firenze) e quella del 1865 (Parigi) vi sono alcune differenze sostanziali che, per completezza, inserisco:
Atto II: La Lady esultava da sola il trionfo. 
Atto III: Macbeth rinviene da solo e decide di intervenire contro a Macduff e la sua casa.
Atto IV: Macduff raggiunge Macbeth e a lui rivela le sue origini, così dopo essere stato colpito Macbeth cade a terra morente, maledicendo la sua ambizione. Malcolm sarà il nuovo re di Scozia.



Partitura e spartito canto e pianoforte: http://imslp.org/wiki/Macbeth_(Verdi,_Giuseppe)
Edita in Italia da RICORDI

Il libretto lo trovate in ed. Ricordi e tra le più economiche e ben strutturate vi consiglio quella della Newton & Compton, oppure qui

Per i consigli d’ascolto, con mio piacere, ho "rispolverato" due belle edizioni che vi consiglio: quella di Callas e Mascherini alla Scala del 1952 (EMI) con De Sabata alla direzione e quella di Verret e Nucci al Comunale di Bologna del 1987 (Decca) sotto la bacchetta di Chailly.
Ne troverete molte scaricabili da qui o una anche qui.

Infine, un link per chi volesse leggere il testo originale di Shakespeare in versione italiana.

Dopo questo tour in tale mirabile opera della letteratura e della musica, vi do appuntamento alla prossima settimana, ricordandovi che il 19 Gennaio (2013) ci sarà la prima al Carlo Felice con repliche fino al 27 (gennaio)! 


Oltre alle “conoscenze” (non tiriamocela troppo!) ed alle opinioni personali ecco i riferimenti bibliografici essenziali:
Dizionario dell’Opera – Kobbè (e vari) – Ed. Mondadori
Macbeth – spartito canto e piano – Ed. RICORDI
Giuseppe Verdi – Tutti i libretti d’opera – Ed. Newton & Compton

discografia:
Macbeth – Ed. Decca – Nucci, Ramey, Verrett, Chailly - 1952
Macbeth – Ed. EMI – Mascherini, Tajo, Callas, de Sabata - 1987

domenica 13 gennaio 2013

Michele Savino: "Piacere di conoscervi"






Da tempo sentiamo parlare dell’uscita del nuovo EP di Michele Savino,pianista e cantautore genovese e ora, oltre a proporvelo, vi consigliamo anche di ascoltarlo in una delle tante tappe che si terranno nel territorio ligure.

Oggi segnaliamo:
Al SANTA FESTIVAL di Santa Margherita Ligure!

Accompagnato dal “polistrumentista” Stefano Bergamaschi, Savino ci presenterà live il suo “Piacere di Conoscervi” nell’incantevole cornice diVilla Durazzo (dove tra l’altro da tempo si tengono importanti Masterclass musicali internazionali).

Temi che spaziano dalle emozioni ai paradossi del vivere quotidiano elaborate in chiave ironica e “gentile”.

Michele Savino è un cantautore e compositore genovese. Dopo gli studi classici in Pianoforte e Composizione presso il Conservatorio di Genova, si mette in luce in diversi concorsi nazionali dedicati alla canzone d'autore: terzo classificato al Varigotti Festival 2012, è risultato finalista a MusicaControcorrente 2012 e al Premio Nazionale Poggio Bustone 2012. Con più di 40 esibizioni in tutta Italia nel solo 2012, Savino si conferma come uno dei cantautori più attivi e apprezzati da chi cerca una canzone che unisca leggerezza e profondità.



Seguitelo su:
www.facebook.com/michelesavinocantautore
www.soundcloud.com/michelesavino

Offlaga Disco Pax

Per gli eventi a Genova:
OFFLAGA DISCO PAX
live @ Teatro dell’Archivolto
26 gennaio 2013
dalle 21.00

ORE 21:00 (opening act) I VENUS
http://it.myspace.com/spaziovenere

ORE 22:00 OFFLAGA DISCO PAX

Eredi di una tradizione in bilico tra post rock e new wave, acidi figliocci di CCCP, Joy Division, Kraftwerk, Suicide, sul palco della Sala Gustavo Modena è il turno di una delle band più interessanti della scena musicale alternativa italiana.

“Collettivo neo-sensibilista contrario alla democrazia dei sentimenti”, il gruppo, nato Reggio Emilia nel 2003, si caratterizza fin da subito per le sonorità che uniscono l’elettronica a basso e chitarre, sonorità accompagnate da testi in italiano declamati anziché cantati in modo classico. Narrazioni vere o verosimili dall’ambientazione molto identitaria, sia dal punto di vista territoriale che ideologico, che gli regalano sin dal primo disco nel 2005 “Socialismo Tascabile (Prove Tecniche di Trasmissione)” il plauso di pubblico e critica: Premio Piero Ciampi per il miglior disco d’esordio 2005, Premio “Fuori dal Mucchio” sempre come migliore esordio 2005, Premio Fandango come miglior Video Indipendente per il singolo “Robespierre”, Best New Act 2005 Italia per gli MTV Awards. Il loro successo si consolida con lunghi tour in giro per l’Italia e la pubblicazione di altri due dischi, “Bachelite” (2008) e il recente “Gioco di società”.



BIGLIETTI DISPONIBILI SENZA COSTO DI PREVENDITA

Chiamando il numero: 392 8722980 
Biglietto 11 €


Scrivendo in privato a HabanerO
Biglietto = 11 €
Biglietto + libro catalogo HabanerO = 15 €

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Evento offerto da: 


Info varie: 
Noi siamo la casa editrice underground di Genova.
Dalla nostra nascita, maggio 2010, abbiamo pubblicato più di 25 libri con l’86% degli autori pubblicati under30 (di cui il 68% di questi anche under25) tutti distribuiti nazionalmente.
Noi siamo musica, poesia, emozioni a Genova.

Teatro dell’Archivolto
Il Teatro Gustavo Modena, inaugurato nel 1857, è uno dei teatri più belli della Liguria. I quattro ordini di palchi, un loggione e una platea possono contenere circa 500 spettatori rendendolo uno spazio perfetto per grandi eventi e concerti esclusivi.
Il Teatro dell’Archivolto è diretto dal 1986 da Pina Rando e Giorgio Gallione.


Info:
☎ redazione.habanero@gmail.com


venerdì 11 gennaio 2013

Verdi & il 2013

Dalla prossima settimana, giusto in occasione della prima del Macbeth verdiano al Carlo Felice, inizierà il progetto dedicato a Verdi! È vero, anche io trovo sia (un poco) una banalità dato che tutti si mettono a discutere e a parlare, nel bene e nel male, di Verdi durante i suoi anniversari. Vi prometto che però, affronterò anche musica ed opere di Poulenc, Rachmaninov, Catalani, Tchaikovsky e Berio, che hanno anche loro i propri anniversari nel 2013!
Le opere non saranno in ordine cronologico, ma verranno commentate a seconda della corrispondenza con le rappresentazioni nei teatri italiani.
Vi forniró breve sunto della trama (d'obbligo), suggerimenti per l'ascolto, commento di rappresentazioni, regie ecc., appunti su parti operistiche, dove poter rimediare spartiti ed incisioni gratuitamente o a pagamento su internet , eventuali recensioni, inquadramento storico e/o bibliografico dell'opera in questione!
A presto!

mercoledì 9 gennaio 2013

Tatiana Zakharova: poesia russa e semplicità.


Si va per le strade di Genova... 

Tra le vie.. E, soprattutto, per i piccoli vicoli e in una giornata serena, o nuvolosa, torrida, o gelida e capiterà di sentire in lontananza o presso a noi una voce che, con parole forse per noi incomprensibili, canta d'amore e di sentimenti profondi...
Lì, in un angolino un po' riparato e con una buona acustica, troverete una donna dai capelli rossi e gli occhi blu, con una chitarra e una bella voce: Tatiana.


Cantante, studente di musica (che coltiva da sempre), appassionata di teatro, cinema, regia e recitazione.






Canta in strada da una vita per pagarsi affitto e studi, ha frequentato il conservatorio, ha inciso due dischi ed ora lavora al prossimo. Una raccolta di seducenti pezzi in lingua italiana, del famoso compositore Respighi. Tessitura ampia, salti, svolazzi, legati... Accompagnata probabilmente da due talentuosi pianisti russi, che ho avuto modo di ascoltare al Noye's Fludde al Ducale a Dicembre, dove, tra l'altro Tatiana ha partecipato come aiuto regista a fianco di Lorenza Codignola.


La Zacharova (Tatiana) è attiva sul territorio ligure e collabora attivamente con il SUQ e la Banda di Piazza Caricamento.
Spero di vedere al più presto il suo CD in commercio!













Leggi l'articolo su: http://lacrisigenovese.weebly.com/6/post/2013/01/tatiana-zakharova-poesia-russa-e-semplicit.html 

domenica 6 gennaio 2013

Turandot e polemiche



Che le opere e le messe in scena creino sempre parecchie polemiche o commenti o giudizi o cronache, si sa,... se poi si parla di un teatro dove le opere in cartellone si contano sulle dita di una mano come al Carlo Felice quest'anno... beh ... neanche a dirlo.
"Fatene poche ma fatele bene" sembra eccheggiare alla fine di ogni allestimento. 
La qualità è ciò che si spera di trovare nel teatro dell'opera genovese. Mi stupisco quando realizzo che i concerti organizzati dalla GOG sono preferibili a quelli proposti dalla Fondazione [ non perchè la GOG sia peggio, in qualche modo, della Fondazione ma perché quest'ultima ha sede stabile nel teatro e si serve di finanziamenti e costosi biglietti ed abbonamenti.] Bah..

Dopo un Don Giovanni poco apprezzato, benché siano stati chiamati i nomi (non per forza grandi artisti..) del momento, ecco riproposta la Turandot pucciniana.
Il pubblico affluisce entusiasta, reduce da quella della stagione precedente che era stata un vero e proprio successo! [L'anno passato dirigeva il M° Zambelli e Liù era interpretata dalla Devia.]  

A parte un'indisposizione per Armiliato, il resto sembra correre tutto liscio, anzi, quest'anno un altro grande nome è in cartellone: Turandot, Daniela Dessì, che debutta il ruolo. 

Escono per giorni articoli su giornali web e cartacei dove la Dessì esalta e viene esaltata per le meravigliose doti che, si presume, le permetteranno di rendere la principessa pucciniana in maniera meravigliosa. Lei afferma di sentirsi un'eroina verista, anzi, una donna che aderisce bene, se non perfettamente, al personaggio di Turandot. Posta in risalto la sua dote per i legati e la pasta vocale. 
Peccato al momento di dar prova di tali qualità (abbiamo assistito alla recita del 30 dic.) esse non fossero poi così presenti presenti. Voce indietro e tremolante, dal vibrato orribile e fastidioso, si salva (?) grazie a un timbro inconfondibile, una buona presenza scenica e un'eccelsa musicalità, benchè, comunque, le parole risultino incomprensibili.  


Malagnini ha una voce adatta alla parte ma non proiettata...( come avrà fatto a cantare in Arena...? ) e con legati e fraseggio da rivedere. Una voce che, a confronto a quella della Dessì, pare stia "accennando". Performance distinta quella della Canzian che, non è certamente la Devia, ma spicca nella produzione per la voce interessante, i bei legati, la dizione e la freschezza vocale e fisica. Per il resto del cast un buon livello. Ping, Pong e Pang sono buffi e simpatici.  
Orchestra a posto e bravissimo il coro che con una parte così vocalmente ardita si presenta preparato. Non delude il M° Renzetti che dirige con grande lirismo quest'opera. Alcuni lo preferiscono a Zambelli.
Le scene di Ricceri, i costumi di Bocciardo, le luci di Novelli la coreografia di Di Cicco e trucco ci sono piaciuti. L'allestimento firmato Montaldo convince ancora.

Aspettiamo con ansia di assistere al Macbeth!









Maryanne - il nuovo volto del soul genovese



Maryanne, ovvero Annamaria Sotgiu, studia pianoforte, canto al Conservatorio N. Paganini e canto jazz al Conservatorio A. Vivaldi.
Ama il jazz e già giovanissima vi si cimenta con ottimi risultati (vedi qui) successivamente dopo vari esperimenti musicali e molte vicissitudini forma un gruppo, il trio Marianne, con il quale ad aprile 2012 incide e presenta sul mercato il suo primo disco.

Atmosfere soul, blues. Voce incredibile, calda, timbrata, così nel grave come in in acuto, tessitura vasta sempre valorizzata dai suoi pezzi, molta improvvisazione e un talento sensazionale fanno di lei una delle migliori cantanti del territorio ligure.
La sua etichetta discografica è Maya Records.
Nel 2011 vince il "Liguria Selection".

Non ci sono però migliori parole che le sue per desciverla!

"C'era qualcosa di sensazionale su quel palco...qualcosa che permetteva di condividere le tue più intime emozioni con il pubblico presente. Non potevo immaginare che una volta conosciuto meglio quello straordinario strumento di nome microfono lo avrei tenuto con me per sempre. Ho scelto di fare la musicista per godere del calore impagabile del pubblico. Ho scelto di dedicarmi alla black music perchè è la musica dell'anima". Il progetto nasce nel Gennaio 2010 da un'intensa necessità , da parte dell'artista Maryanne, di raccontarsi in musica: i suoi brani in stile r&b, new soul, trattano argomenti molto importanti quali la scomparsa del fratello che ha avuto un ruolo indispensabile all'interno della sua formazione artistica, la successiva sensazione di sentirsi incompresa e una grande voglia di sentirsi ancora viva tramite la musica. Decisiva la scelta di condividere questi stati d'animo con i musicisti Andrea Dell'Amico"Dede" ( batteria) e Pietro Martinelli( contrabbasso) i quali hanno fatto proprie le emozioni di Maryanne creando assieme a lei un sound unico ed originale. In questa pagina potrete ascoltare 4 brani che rappresentano al meglio la forte personalità di Maryanne: rabbia, amore, malinconia,odio, disperazione, ironia, sono gli stati d'animo che attraversano queste canzoni appartenenti al periodo di svolta artistico/personale dell'artista".






giovedì 3 gennaio 2013

Leggendo qua e là

Vi propongo questo buffo articolo letto sul sito del Corriere Musicale!

http://www.ilcorrieremusicale.it/da-xenakis-a-reich-tutti-bocciati-ecco-i-verbali-della-commissione/
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