lunedì 18 febbraio 2013

Numero6 e "Dio c'è" [quasi]

I Numero6 siano tornati a pubblicare album del livello che compete alla loro carriera  e a quella del loro leader Michele Bitossi, tra progetti precedenti (Laghisecchi) e paralleli (Mezzala).
Così si apre la recensione di Stefano Bartolotta su Ondarock


In seguito al loro concerto genovese, abbiamo pensato fosse nostro dovere perlarvi un poco di questi artisti di fama nazionale.
Mi fa piacere parlarvi di questa band anche perché il suo leader, Michele Bitossi - alias Mezzala -, è di origini genovesi. Egli inizia a farsi conoscere pubblicando Radical Kitsch (1998) e Trés Bien: Piano B (2001) a capo dei Laghisecchi il suo gruppo in quel periodo. Successivamente comincia a lavorare con Stefano Piccardo, formando i Numero6. Il nome della band deriva da serie tv inglese degli anni sessanta, Il prigioniero, il cui protagonista si chiamava proprio così. 
Da questa fusione nasce anche una mescolanza ecclettica di stili che vanno dal cantautorato anni ottanta all’indie-rock

Il gruppo esordisce con Iononsono (2003) di sonorità pop, tra l’italiano e l’inglese. 
Partecipano a TRL e ristampano il loro primo album con la Warner Music Italy (2004). 

Registrano e lavorano il nuovo album, Dovessi mai svegliarmi (2006), tra Genova e New York. 
Con la partecipazione di Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti - che tra l’altro si esibiranno al Teatro dell’Archivolto 8 Marzo (2013) – e Brizzi pubblicano, nel 2008, Quando arriva la gente si sente meglio.
Nel 2010 viene pubblicato l'album autoprodotto Il pellegrino dalle braccia d'inchiostro, dall’omonimo libro di Enrico Brizzi (2007). 

Lo stesso anno esce I love you fortissimo

Nel 2011 e nel 2012 Mezzala pubblica degli album da solista. 

Nell’Ottobre del 2012 viene pubblicato l'album Dio c'è . A questo disco, che vede per la prima volta Mezzala nel ruolo di produttore artistico (insieme a Tristan Martinelli e Ivan Rossi) hanno partecipato Colapesce, Une passante, Giulia Sarpero (Kramers), Autobam, Ivan Bert, Cosimo Francavilla, Jacopo Ristori, Damiano e Stefano Cabrera. 

È questo il Tour che ha fatto scalo giusto lo scorso venerdì a Genova. 


Qui di seguito vi allego la recensione di “Dio c’è” scritta da Bartolotta. 

Laddove, quindi, nell’album del 2010, erano riscontrabili “troppi punti in comune tra tutti i brani e la conseguenza che essi perdono progressivamente di efficacia e di mordente lungo lo sviluppo dell'album, proprio per l'effetto negativo dato da quest'eccessiva somiglianza”, qui le differenze tra una canzone e l’altra, in termini di arrangiamenti, metrica, utilizzo della sezione ritmica e tonalità vocale, sono evidenti. All’arrivo di ogni brano non si sa mai bene cosa aspettarsi e allo stesso tempo c’è un’unitarietà stilistica complessiva, grazie alla quale l’insieme delle canzoni acquista un valore aggiunto rispetto alla mera somma delle stesse.


Lo stile melodico e l'approccio con cui, nei testi, vengono raccontate situazioni e sensazioni, sono quelli tipicamente bitossiani e non si vede perché l’autore avrebbe dovuto cambiare ora la propria cifra stilistica dopo tanti anni di carriera. Non ce n’era la necessità, in realtà: bastava, in primis, ritrovare un minimo di varietà in un paio di aspetti già citati sopra, ovvero la metrica e la tonalità vocale; dopodiché era necessario che il resto delle componenti andassero di pari passo. 
La missione è compiuta su tutta la linea e finalmente si torna a vivere con passione dall’inizio alla fine un album dei Numero6.
Ci si appassiona alle dinamiche psicologiche insite in una relazione sentimentale a distanza in “Low Cost”, alle tecniche di persuasione utilizzabili per coltivare un rapporto un po’ al confine tra la semplice amicizia e qualcos’altro in “Scappa Via”. Ma colpisce nel segno anche il tentativo di prendere sul ridere la necessità dei compromessi artistici per arrivare a un pubblico più vasto in “Domatore Di Coglioni”, o quello di dare una scossa a un rapporto stagnante in “Fa Ridere”, e così via.
Il disco è stato criticato essenzialmente per via dei suoni per nulla innovativi, ed effettivamente il rilievo è calzante. Non si vede, però, in che modo esso possa portare a un giudizio complessivo negativo, quando dall’altra parte ci sono tutti gli aspetti positivi ora descritti. Non si vede perché un album debba per forza avere un suono al passo coi tempi, quando riesce a creare un coinvolgimento così marcato, frutto dell’utilizzo sapiente, fantasioso e per nulla di maniera degli elementi propri di una cifra stilistica ben determinata. Semplicemente, è il caso di catalogare “I Love You Fortissimo” tra gli incidenti di percorso e di dare il bentornato ai veri Numero6.





Ecco i componenti:

· Michele "Mezzala" Bitossi - paroliere, voce, chitarra
· Stefano Piccardo - chitarre, cori
· Pietro Bosio - basso
· Federico Lagomarsino - batteria, percussioni
· Tristan Martinelli - tastiere, chitarre, cori






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